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Il miglior street food è on line

© Fornito da D La Repubblica

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Tre sono le caratteristiche base di uno street food di ottimo livello: la velocità di esecuzione, l’economicità e la qualità delle materie prime. E mentre il confine fra cibo di strada e ristorazione sta diventando, anche in Italia come all’estero, sempre più sottile e permeabile la ristorazione veloce e take-away muove cifre considerevoli.
Il merito è di circa 8mila imprese alimentari mobili che effettuano un lavoro di valorizzazione di prodotti e aree locali (…).
 
(Ne) abbiamo parlato con gli ideatori del progetto Cibodistrada.it – Mauro Rosati (giornalista esperto del mondo agroalimentare italiano, direttore della Fondazione Qualivita e autore di Street Food Heroes e della “Guida al miglior cibo di strada italiano” edita da Gribaudo-Feltrinelli) e Gabriele Mirra (Chief Operating Officer di Italiaonline).
 
Quanto conta il cibo di strada nella cultura gastronomica italiana?
M. Rosati: “Il legame tra cibo di strada e cultura gastronomica italiana è inscindibile, perché quest’ultima, così come la conosciamo noi oggi, è nata in strada. Lo street food ha le sue radici nei mercati dell’antica Roma, dove non ci si sedeva a tavola che alla sera, mentre colazione e pranzo venivano consumati ai mercati. È per questo che oggi lo street food racchiude in sé tutte le ricette della tradizione, soprattutto quelle più povere, che anche quando vengono rivisitate mantengono sempre un forte legame con il territorio e con i suoi prodotti. Oggi possiamo proprio parlare di una vera e propria cucina urbana italiana che prende spunto proprio dal cibo di strada e dalla creatività dei giovani cuochi, o ‘street chef’, che approcciano questa ristorazione con le medesime caratteristiche ovvero velocità di esecuzione, economicità e qualità delle materie prime”.
 
Come nasce il progetto Cibo di Strada?
G. Mirra: (…) Cibodistrada.it (www.cibodistrada.it) nasce dall’incontro con Mauro Rosati, avvenuto ormai più di un anno fa, in occasione del quale, appurato che lo street food era già uno dei trend più in voga in Italia e all’estero, decidemmo di realizzare quello che sarebbe diventato il punto di riferimento del cibo di strada di qualità, legato all’identità territoriale, all’artigianalità e alle materie prime locali.
Oggi siamo la più importante piattaforma digitale dello street food del nostro Paese, con una community di oltre 40mila utenti registrati e più di 1000 street chef, vero cuore del progetto: questi artigiani del cibo sono in grado di valorizzare materie prime talvolta molto povere e che diventano con le loro attività punto di aggregazione sociale per un pubblico giovane e attento alla qualità di ciò che mangia. Tutti i locali di street food presenti sono stati singolarmente recensiti e validati da un team editoriale che ne ha verificato l’aderenza al nostro manifesto pubblicato on line”. (…)
 
Lo street food può essere sostenibile?
M.Rosati: È una sostenibilità a tutto tondo, al tempo stesso economica, sociale, ambientale. Innanzitutto è un tipo di cucina che nasce come recupero degli scarti alimentari (basti pensare al panino con il lampredotto o al pani ca’ meusa o alla pizza fritta).
Oltre a essere veloce è quindi soprattutto economica, perché pur essendo una cucina di qualità mantiene dei costi che sono comunque più bassi di quelli della ristorazione classica. Diventa sostenibile anche a livello ambientale, con le nuove generazioni di imprenditori che in questo settore tengono molto a rispettare l’ambiente, usando packaging realizzati con materiali biodegradabili ed elimina molti dei costi ambientali che ci sono nei ristoranti (lavaggio delle tovaglie, delle stoviglie e così via).
Infine c’è la sostenibilità sociale, che va ben oltre il cibo. (…)
 
Fonte:
www.msn.com/it-it/foodanddrink/notizie-alimentazione/il-migliore-street-food-è-on-line